Product developer, social media manager, modellista, specialisti della maglieria e visual merchandiser: la Polimoda Business Week 2025 ha tracciato la mappa delle figure su cui puntano i grandi nomi del fashion. Oltre 1.300 colloqui individuali, 328 neodiplomati e 105 aziende, tra cui Prada, Valentino, Hermès e Bottega Veneta, hanno confermato l’urgenza di talenti in grado di unire creatività, competenze digitali e solida expertise tecnica.
I risultati emersi dalla Polimoda Business Week 2025, il career event dedicato all’incontro tra studenti diplomandi e HR e professionisti del settore, confermano un cambio di passo nella domanda di competenze professionali da parte dell’industria moda. Oltre 1300 colloqui hanno coinvolto un centinaio di aziende del comparto lusso, abbigliamento, calzature, accessori, gioielli, oltre a magazine, agenzie di comunicazione e art direction, venute a selezionare i migliori talenti formati dalla scuola per opportunità di stage e lavoro. Oltre il 30% delle aziende partecipanti aveva sede fuori dall’Italia (Spagna, Germania, USA, Francia), segno dell’interesse globale per i talenti formati nel nostro territorio e della crescente internazionalizzazione del mercato del lavoro creativo. Grazie alla partecipazione di realtà come Prada, Valentino, Hermès, Hugo Boss, Loro Piana, Karl Lagerfeld, Max Mara, Bottega Veneta, Ferragamo, Etro, Tod’s e Stefano Ricci, l’evento si conferma osservatorio privilegiato sui trend occupazionali, in un momento di rapida evoluzione guidata da sostenibilità, innovazione tecnologica e nuovi scenari internazionali.
In testa alle richieste spicca lo sviluppo prodotto, dove le aziende cercano specialisti in grado di gestire ogni fase, dall’ideazione alla prototipazione, garantendo coerenti livelli di innovazione e sostenibilità. Il social media management segue a ruota, con un aumento delle richieste a testimonianza della centralità delle piattaforme digitali – da Instagram a TikTok – nella costruzione di community e narrazioni di marca.
Il design di accessori e abbigliamento rimane un asset imprescindibile, ma assume nuove declinazioni: i creative director e i product designer vengono valorizzati per la capacità di tradurre i dati di mercato in collezioni distintive, richiedendo una visione che coniughi estetica e funzionalità. Al contempo, il retail si evolve verso modelli phygital, spingendo le aziende a integrare specialisti in customer experience e performance commerciale direttamente nelle strategie di store design. In questo contesto il visual merchandising si conferma trait d’union tra storytelling e vendite, con professionisti chiamati a creare ambienti immersivi che coinvolgano tanto il cliente in store quanto l’audience digitale.
Sul fronte più tecnico, il modellista – ora sempre più abile con software CAD e 3D – resta al centro dell’organizzazione produttiva, contribuendo a ottimizzare tempi e costi senza rinunciare alla precisione sartoriale. Parallelamente, il comparto maglieria vede un significativo aumento di interesse: si richiedono profili specializzati che sappiano innovare filati e lavorazioni, orientandosi verso materiali rigenerati e processi a basso impatto ambientale. Infine, marketing e comunicazione si ritagliano un ruolo di primo piano grazie alla crescente necessità di figure data-driven, capaci di misurare il ritorno sugli investimenti e modellare strategie omnicanale con un respiro internazionale.
“I profili più richiesti oggi non si definiscono per una sola competenza, ma per la capacità di tenere insieme pensiero creativo, concretezza operativa e visione digitale” dichiara Massimiliano Giornetti, Direttore di Polimoda. “Il futuro del fashion system è nelle mani di professionisti integrati, pronti a innovare processi e linguaggi, e in grado di trasformare le sfide di sostenibilità e globalizzazione in opportunità di crescita”.
Nell’instabilità dello scenario contemporaneo del settore, i profili emergenti rappresentano le vere leve per la ripresa dell’industria: professionisti in grado di coniugare innovazione digitale, sostenibilità e radici artigianali possono dare un nuovo slancio al Made in Italy sui mercati globali. Queste figure, dotate di competenze trasversali e visione strategica, non rispondono solo alle esigenze attuali, ma diventano protagoniste di un rilancio capace di trasformare le sfide in opportunità.